Ci sono storie da scoprire qua dentro, nella mia camera, che uno, dal di fuori, neanche si sogna. Piccoli, insignificanti particolari che sfuggono a chi va troppo di fretta e che forse non vedrò più come li vedo ora: il luccichio arrugginito della porta, le macchioline d’umidità che costellano gli angoli del soffitto, quelle ombre sottili simili a ragnatele che filtrano ovunque, i residui appiccicosi lasciati dai poster che ho strappato via in un momento di rabbia.
Le guardo e mi incanto, fino alle lacrime, poiché nella mia immaginazione riassumono, in pochi istanti, il ricordo eterno di qualche stella caduta, o semplicemente marcita. Mentre quelle vere aspettano fuori dalla mia finestra, senza che io possa andar loro incontro.
Stelle come desideri.
Vorrei poterle sfiorare, e chiedere ad ognuna di loro:
“Esisto ancora? E se esisto, chi sono se non posso essere un’altra persona?”
(brano tratto da “Il filo di Arianna”)