Oggi dimenticherò le mistiche cupezze del rosso.
Ne farò tinte eteree, da dipingere in sogno.
Papaveri dolci, ninnananne dei campi,
per menti sedate da troppi farmaci.
Bruciano la testa al solo pensiero di toccarli,
calici di sangue come incubi notturni.
Ricordo tutte le loro estasi d’oppio,
come si ricorda la lama di un coltello.
Sono gli stessi piccoli papaveri
evocati da Sylvia sotto i cieli di luglio.
Cieli arsi d’amore, pesanti quanto il piombo,
dentro un’ anima incenerita dal sole,
ma senza, senza calore.”
Poesia ispirata a “Papaveri a luglio” di Sylvia Plath e a lei dedicata
Papaveri