La produzione letteraria di Emily non viene mai meno negli anni della sua reclusione, ma sono molte le sofferenze che deve fronteggiare: in primis, il fratello Austin tradisce la moglie Susan, con una donna sposata (la scrittrice ed editrice Miss Mabel Todd che ammira moltissimo Emily e dopo la sua morte farà pubblicare tutte le sue poesie).
Questa relazione porta scompiglio nella famiglia Dickinson e suscita grande scandalo nella società puritana di Amherst. Inoltre, viene vissuta con sofferenza da Emily che vede compromessa l’amicizia con l’amata cognata Susan.
Nel 1874, poi, muore il padre. Un uomo autoritario, con cui Emily ha avuto sempre un legame contrastato, ma anche pieno d’amore e di rispetto.
Nello stesso anno Emily conosce il giudice Otis Phillips Lord, di diciotto anni più vecchio e sposato. Mr. Lord è un amico storico del defunto Mr. Dickinson e diviene un ospite relativamente assiduo della casa. Emily ha con lui un rapporto epistolare pieno sentimento e di desiderio che si rafforza nel tempo…tanto che, una volta rimasto vedovo, Mr. Lord si trasferisce a Amherst per stare più vicino alla poetessa di cui è innamorato. In famiglia Dickinson si comincia a parlare di matrimonio, ma all’inizio del 1884 la salute del giudice peggiora e, in breve tempo, l’amato di Emily muore.
A questo tragico lutto se ne aggiungono altri: muore Samuel Bowles, il reverendo Charles Wadsworth e il nipotino Gibert (figlio di Austin e Susan). Emily non partecipa ai funerali dei genitori, ma, dopo vent’anni di reclusione, esce per la prima volta di casa per accompagnare il feretro dell’amato nipotino.
Per Emily è un continuo strazio e in questo periodo è prostrata da frequenti collassi nervosi accompagnati da idee suicide, il tutto aggravato dalla una vita claustrale consumata dalla scrittura.
Emily Dickinson muore nella sua casa natale il 15 maggio 1886 a soli 56 anni, a causa di una infezione ai reni. La sua bara bianca viene ricoperta da violette e portata a spalla attraverso i suoi amati campi in piena fioritura…In una splendente giornata di maggio, Emily penetra nel “cuore dell’enigma” – come scrisse lei stessa riguardo la morte – e si dice che anche quel giorno il suo viso non dimostrasse più di trent’anni.
La fine della vita terrena di Emily Dickinson sancisce la nascita del suo mito. Una settimana dopo la morte, infatti, la sorella Lavinia scopre in un baule le 1775 da lei scritte; poesie raccolte in foglietti cuciti a mano con ago e filo. Una gloria postuma, quella di Emily; e non poteva che essere così per una poetessa che come lei aveva sempre disdegnato la pubblicazione dichiarando con vanto “Io sono nessuno!” .Comunque, oggi è molto conosciuta ed amata, e la sua opera ha rivoluzionato la scena letteraria influenzando intere generazioni di poeti; pensiamo a quanto le sono debitori i nostri Montale ed Ungaretti, ad esempio. Recentemente è anche uscito in America un film a lei dedicato, “A quiet passion” ,con protagonista una intensa Cynthia Nixon (famosa per la serie tv “Sex and the City”).
Emily, malgrado la grande popolarità acquisita negli anni, rimane una poetessa enigmatica e di non facile lettura. Personalmente, per l’incontro al Museo del Giocattolo, ho preferito presentarla attraverso la storia della sua vita e alcuni stralci di lettere, perché penso che l’approccio con la poesia di Emily debba avvenire in modo diretto, senza intermediari. (E’ ad ognuno di noi che è indirizzata la sua “lettera al mondo”.).
Perciò concludo questo post con lo stesso invito che ho rivolto al pubblico presente al Museo: leggete le poesie di Emily Dickinson e fatelo con animo puro e la mente aperta, come fanno i bambini quando leggono le fiabe; perché, come scoprirete, Emily è un’ incantatrice! Lei metterà alla prova la vostra sensibilità, la vostra capacità immaginativa, vi disorienterà con percorsi a chiave, iperbolici …ma sappiate che c’è sempre una meta alla fine: la scoperta autentica di voi stessi e della vostra anima.
Grazie infinite a quanti hanno partecipato all’incontro di venerdì 26 ottobre!