…Giulia e Fiamma coltivavano una vera passione per la letteratura fantastica, tanto che, influenzate da quei mondi immaginari che scoprivano fra due ali di pagine, capitava loro di inventare storie. Storie che si raccontavano a vicenda durante l’intervallo, a scuola, o nel cortile sotto casa, lontano dai loro amici che preferivano giocare a pallone. Spesso, mentre la professoressa spiegava la lezione, si appuntavano le scene più importanti sui margini dei libri scolastici, affiancando ad ogni descrizione frettolosi disegni a matita.
Fra un’equazione e l’altra apparivano così, come per magia, immagini raffiguranti torri dorate, cavalli alati e volti di personaggi fatati, scaturiti dalla loro fantasia…Ogni pomeriggio, poi, dopo aver fatto i compiti insieme, raccoglievano il bagaglio per una sopravvivenza indeterminata: due panini con la Nutella, una mela da dividere in due, una coperta, una lanterna, ma, soprattutto, il libro de “La Storia Infinita”. E una volta rimaste sole in casa, si rifugiavano nella soffitta di Fiamma.
Con la lanterna accesa percorrevano una stretta scala a chiocciola che scricchiolava ad ogni gradino. Aprivano il lugubre lucernaio cigolante e, fra mobili impolverati che sembravano animarsi ad ogni pagina ed ombre macabre che danzavano attorno, restavano a leggere per ore, sedute sopra un tappeto bianco, spelacchiato, che solo per le due bambine si trasformava in Fucùr, il drago buono de “La Storia Infinita”.
Immaginavano allora di poter prendere il largo per mari sconosciuti e sopra terre sconfinate, senza alcuna paura e lontano dalle brutture della realtà. Quando era ormai ora di cena, chiudevano a malincuore il libro e si affacciavano dal lucernaio. Guardavano il cielo sopra le loro teste e le tegole del tetto rotolare via, fino alla linea netta del mare. E come il protagonista de “La Storia Infinita” gridava il nome della madre per ribattezzare l’Infanta Imperatrice e salvare il mondo di Fantasia, così Giulia e Fiamma gridavano il proprio nome, immaginando di far rinascere fra gli spazi sconfinati di quel mondo meraviglioso una creatura fantastica che si sarebbe chiamata come loro. Per sempre.
(brano tratto dal mio romanzo “L’infinita ombra del vero”)