Se il comunicato radio di Badoglio riempì di gioia la popolazione di tutta Italia, l’esercito italiano da lì a poco si sarebbe miseramente sfaldato fra la paurosa confusione di ordini non ricevuti e il desiderio di deporre per sempre le armi, così da far ritorno nella propria casa.
All’alba del nove settembre, per gli sfortunati reparti che non avevano avuto modo di ascoltare la sera precedente la notizia dell’armistizio, vi fu l’amara sorpresa di ritrovarsi assediati dalle truppe tedesche nelle proprie caserme. Senza conoscerne il motivo.
Furono molti quelli che, privi di qualsiasi comando superiore, si arresero ai nuovi nemici ma, furono molti di più, quelli che, fiutando lo spettro della deportazione, fuggirono rifugiandosi in case, conventi, cantine, scappando con mezzi fortuiti, e, soprattutto, abbandonando per sempre la divisa militare per poter vestire i sicuri abiti civili.
Le strade erano piene di soldati sbandati. Mal organizzati. E lasciati in balìa di un oscuro destino…
(dal mio romanzo “Amore fra le rovine”, 1998)
8 settembre 1943: l’annuncio dell’Armistizio, firmato da Pietro Badoglio, sancì la fine delle ostilità con gli anglo-americani. I tedeschi, all’insaputa di molti italiani, divennero i nuovi nemici, pronti a vendicare il nostro voltafaccia, mentre l’esercito, abbandonato a se stesso, si dissolse in breve tempo…Chi rimase fedele al Duce e alla Germania di Hitler, chi lottò fino alla fine contro i nazifascisti. Fu l’inizio di una cruenta guerra civile e della Resistenza…per non dimenticare!
Bellissimo questo pezzo… c’è sempre bisogno di ricordare come andarono certe cose!
Grazie cara…sì, non bisogna mai dimenticare cosa avvenne! (E non ho citato i Savoia, che nel frattempo erano fuggiti…lasciando il paese nel caos più drammatico…).