Il 27 gennaio 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz. In ricordo di questa importante data  viene ogni anno celebrata La Giornata della Memoria. Molti eventi sono stati organizzati per commemorare la Shoah. Spettacoli, readings, mostre, proiezioni di films e dibattiti. Tutto per mantenere sempre viva la memoria e conservare nei nostri cuori i tragici destini di quanti hanno dovuto subire il folle, diabolico credo nazista…Ancora oggi, purtroppo, per quanto possa sembrare assurdo, c’è chi mette in dubbio questa terribile verità. Non voglio neanche spenderci del tempo a commentare, perchè è una presa di posizione basata sull’ignoranza più becera che offende non solo gli ebrei, ma l’intera umanità. Ed è pericolosa. Come scrisse Primo Levi, sopravvissuto alla Shoah: “Tutti coloro che dimenticano il proprio passato sono costretti a riviverlo”.

Voglio ricordare oggi tutte le persone uccise, soprattutto le vittime più innocenti: i bambini. Solo a pensarci, mi sento male…ma vorrei lo stesso condividere con voi la struggente poesia di Peter, uno dei bambini di Terezin, a cui oggi, simbolicamente, affido la mia preghiera e il mio ricordo per tutte le vittime della Shoah.

FILO SPINATO

Su un acceso rosso tramonto,
sotto gl’ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
ieri i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
E’ il mondo che sorride
e io vorrei volare.

Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino fiori.
Non posso volare. Non voglio morire.

Peter, bambino ebreo ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin

Terezin è un villaggio a 60 Km da Praga. E’ diventato tristemente famoso poiché fu  trasformato in un ghetto dove venivano raggruppati i bambini ebrei prima di essere smistati nei vari campi di sterminio. Nel ghetto di Terezin fu concentrato il maggior numero di prigionieri-bambini, compresi i neonati.

I bambini di Terezin scrivevano soprattutto poesie. Dei 15.000 bambini transitati per il campo di Terezin se ne salvarono meno di un centinaio: la maggior parte di essi morì nel corso del 1944 nelle camere a gas di Auschwitz.

 

La poesia di Peter, per non dimenticare
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