Fa ch’io per te sia l’estate
Quando saran fuggiti i giorni estivi!
La tua musica quando il fannello
Tacerà e il pettirosso!
A fiorire per te saprò sfuggire alla tomba
Riseminando il mio splendore!
E tu coglimi, anemone,
Tuo fiore per l’eterno!
(Emily Dickinson)
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Quando leggo le poesie di Emily Dickinson le vivo con grande coinvolgimento. Sono profonde, sublimi. Straordinariamente lucide, come se le fosse stato svelato un mondo più grande di quello che viveva. Lei, chiusa nella sua casa di Amhrest dove compose fra i versi più belli della letteratura di tutti i tempi, era in grado di percepire nel volo di un’ape o nello sbocciare di un fiore un significato universale. Anche l’amore, nelle sue poesie, non conosce confini. Slegato dal tempo e dallo spazio, supera ogni impedimento e diviene eterno. Assoluto. E’ un sentimento del tutto gratuito, appassionato, sincero, dove l’amore è essenzialmente dono di sé, libero da qualsiasi forma di egoismo, recriminazione e di sterile possesso dell’altro. L’amore non ci è dovuto, è un sentimento che non può conoscere l’imperativo “devi”, e va donato quando il cuore sa che non potrebbe viverne senza.
Lei infatti non chiede nulla, ma “scaccerebbe l’estate” se lui le dicesse che arriverebbe in autunno. Non pretende di cambiare l’uomo che ama, ma anzi, è lei che si fa “bassa come scricciolo” o “alta come un cervo” per far piacere a lui. I sentimenti non vanno sviliti, allora lei si “nasconde in un fiore” perché l’amato possa portarla sempre con sé. “E gli angeli conoscono il resto”, aggiunge alla fine. Perché c’è sempre l’elemento divino, sovrannaturale.
L’amore per Emily è prova dell’immortalità. O meglio sostanza divina. Ed è fatta per rinnovarsi, giorno dopo giorno, come il sole che sorge, anche se il più delle volte non ci facciamo caso o lo diamo per scontato. Ma che “l’amore è tutto è tutto ciò che sappiamo dell’amore”. E cosa saremmo senza il sole? Senza la sua luce, senza il suo calore?. Neanche l’eternità avrebbe senso perchè: “Sarebbe assurda la felicità senza di te a cui Dio pose nome Eternità.”