Oscar Wilde diceva di amare le gioie semplici perchè secondo lui erano “l’ultimo rifugio per uno spirito complesso”. Mi trova molto d’accordo. Una gioia semplice che mi appartiene da sempre riguarda i ricordi di famiglia. Foto, lettere, cartoline antiche…autentici tesori ai miei occhi.
Li ordino, conservandoli nella mia mansarda dove passato e presente si mescolano fra radio antiche e condizionatore dell’aria, vecchio giradischi e stereo con telecomando, riviste di un secolo fa e numeri recenti di “Elle” o “Ciak”… li guardo e trovo fra loro una corrispondenza che affascina e fa pensare a come tutto passi…e nello stesso tempo rimanga se stesso.
Amo molto conoscere e approfondire le storie di coloro che mi hanno preceduta e, a loro modo, mi hanno permesso di essere ciò che sono oggi. Non un semplice tributo alla memoria, ma una sorta di auto analisi riflessa nel passato che mi insegna tanto e a cui sento di essere debitrice.
Matrimonio di mia nonna Annita e mio nonno Secondo nella Chiesa di San Quirico il 2 dicembre 1939
Leggendo le lettere, comprendi la mentalità di chi ha vissuto prima di te, le problematiche, le vicissitudini esistenziali, il modo di approcciarsi alla realtà. Alcune cose sembrano davvero assurde, lo stile ridondante…ma ti fanno tenerezza. Altre invece parlano degli stessi problemi di oggi: legami familiari, esami di scuola, malanni e desiderio di rivedersi. Le distanze erano abissali…
In garage abbiamo un baule con tantissime riviste “La Domenica del Corriere” e le lettere di mia nonna per mio nonno, costretto alla campagna di Russia. Devo ancora leggerle…Piccolo scorcio di una Storia più grande su cui poggia il presente di ognuno di noi.